domenica 30 novembre 2014

Di fronte al pittore estinto, alle sue tele, disegni, sculture

Rimane un materiale cospicuo del pittore Mariano Noto*, diverse tele, alcune datate altre no, sculture diverse, disegni, una raccolta di bozzetti e progetti risalenti al periodo scolastico. Un materiale ricco e articolato che attraversa diversi decenni, dai lontani anni Sessanta fino ai Novanta. Ricostruire la figura e il valore del pittore Mariano Noto non è facile, c’è qualcosa di irrisolto nel suo lavoro, si badi, non d’immaturo, e c’è come uno schermo opaco che ci rende ancora più intrigante una possibile indagine. Ma, infine, è sufficiente soffermarci sulla finezza del disegno, l’uso del colore (penso a quei turchesi di vesti femminili), cogliendo solo gli aspetti formali presenti nelle sue opere? L’opacità è determinata certo dalla distanza tra chi adesso ne scrive e il pittore, che è una differenza, una differenza-risorsa da cogliere e sfruttare per rendere più ricco il commento. Perché il mio non può che essere un breve, forse utile (a Mariano Noto, soprattutto, io spero) commentario.   

Primo commento
Mariano Noto nasce a Monterosso Almo in provincia di Ragusa il 29 Aprile del 1939. Vive gran tempo della sua vita di giovane e adulto alla borgata di Siracusa a pochi passi dal sepolcro di Santa Lucia, in una modestissima casa a pianterreno di via Fratelli Sollecito. Sono sicuro di averlo visto solitario aggirarsi nella bella piazza, che è “ripresa” in una delle sue straordinarie tele con applicazioni a collage. E’ originario dunque di un paese della montagna iblea. I soggetti e i paesaggi del pittore richiamano l’origine di nascita (maternale) quanto le origini magne (storiche) della città che adesso vive e guarda con stupore. C’è un che di pensoso in certi suoi quadri (Il giovane che legge al tempio d’Apollo – 1965), un modo di porsi di fronte alla realtà non per calcolo, ma per declinarla nelle varie desinenze del sentimento poetico attraverso l’atteggiamento del soggetto (la posa, molto classica, ma di un classicismo scomparso-ricordato), attraverso la tenue luce e le vibrazioni cromatiche: una sottile malinconia che ci fa venire in mente, come un richiamo, Konstantinos Kavafis. In un altro quadro non datato una figurina femminile seduta su un muretto è altrettanto pensosa, ma la scena è agreste.

Secondo commento
Chi è Mariano Noto? La persona è schiva, è umile, ma al pittore non manca la coscienza del suo talento: la raffinatezza nel segno grafico fa pensare a studi seri e attenti, alla passione per il disegno coltivata fin dai tempi della scuola d’arte. Ci restano numerosi disegni, bozzetti, progetti del periodo scolastico che denotano oltre che un talento non comune per il disegno e le lumeggiature (schizzi a matita), una vivacità inventiva e la ricerca di un segno grafico leggero e moderno (figurine). C’è qualche tentativo di passare all’informale e all’astratto (Macchie nello spazio, Massime impressioni).
La sua produzione si snoda, come s’è detto, lungo l’arco almeno di quattro decenni: tanti i nudi femminili, com’è nella tradizione. Ve ne sono alcuni in cui alla grazia e alla posa classica si sovrappone un che di popolare (nelle pose, nei volti), diversi di particolare bellezza e intensità, altri venati da sottile erotismo; alcune madonne con bambino dove in alcuni casi l’azzardo risiede nella stranezza tutta zingaresca del volto della Madonna.

Terzo commento
Le pitture con applicazioni di figure a collage. Forse più recenti, di sicuro belle. L’aggettivo risulterà asciutto, non ne trovo un altro. Belle. Forse ci fanno capire di più di questo pittore, degli estenuanti tentativi di collocare le figure nel paesaggio sia esso urbano che rurale, un disagio questa volta risolto con sottile ironia: stranianti gallerie di figure poste nei luoghi dal pittore frequentati, attraversati quasi da sonnambulo.  Mariano Noto si richiama all’emozione prima suscitata dalla realtà. In questo senso è un pittore realista. Traduce gli impulsi sensibili in rapporti pittorici. Il suo è un realismo lirico. Non trasfigura la realtà, perché questo processo presuppone un prima: vederla in maniera obiettiva. La intravede, invece, nella  lontananza della luce dei suoi occhi.

Quarto commento
Di lui dice Giuseppe Di Giacomo dell’omonima fonderia artistica in bronzo: “…poche volte ci è stato dato di vedere, come nel caso di Mariano Noto, un lavoro tanto squisito e di sì pregevole sensibilità artistica”. Invero l’artista si forma come scultore e a ben vedere si avverte la scuola e la perizia consolidata di fronte ai suoi modellati. Sbaglia chi lo sente come neoclassico (fanno gioco i modelli scolatici e l’humus greco del terreno). Certe teste, policrome o dorate, parlano l’ibrida lingua derivante dal dialetto e da una tarda romanità (alla periferia dell’Impero), sconfinante nella devozione cristiana del popolo.
      
Quinto commento
Non so perché, ma credo che la madre del pittore sia stata una figura importante.

Quinto commento
La produzione di Mariano Noto, almeno quel che abbiamo modo di vedere, spazia dal 1965 al 1994 (un dipinto con applicazioni a collage è datato 18 settembre 1994 h 24). Nel mondo questi quattro decenni segnano nell’arte passaggi fin ora intentati:
Anni Sessanta. Fase caratterizzata da una profonda trasformazione del gusto, del costume, della moda, dello stile di vita; sono gli anni della Pop Art, dell’Arte Cinetica, della Minimal Art, dell’Arte Povera, di Fluxus, degli Happening;
Anni Settanta. La sperimentazione caratterizza questo decennio, politica e arte entrano in stretto rapporto, sono gli anni dell’Arte Concettuale, della Process Art, della Body Art e della Land Art, dell’Iperrealismo;
Anni Ottanta. Si esaurisce la fede nelle ideologie, si ritorna all’individuo. E’ il tempo del relativismo e del multiforme, ci si apre in arte ai contributi di artisti provenienti da culture non occidentali. Sono gli anni della Nuova Pittura, della Transavanguardia, del Neoespressionismo, di Haring e di Basquiat, del Neoconcettuale e della Nuova Scultura;
Anni Novanta. Multiculturalismo e arte post-coloniale. Sono gli anni dell’indagine di genere e sull’identità, di Post Human, dell’Arte Relazionale e della Postmodernità.

Quest’ultimo commento per dire che il pittore Mariano Noto dei fenomeni internazionali legati al mondo dell’arte non ebbe certamente piena consapevolezza. Raramente si ha coscienza della contemporaneità ed è certo che è più facile inquadrare ciò che succede a livello planetario o solo nazionale ad post.  Aldilà dell’isolamento relazionale-culturale da cui è difficile uscire quando si nasce e si vive in un certo contesto, Mariano Noto è pittore che  avverte i cambiamenti, i passaggi veloci del tempo che pur lasciano tracce del passato cui prestare attenzione. Egli prende dalla realtà cose che porta-trasferisce nel suo di mondo, grande o piccolo che sia, ma pur sempre un mondo.
Aldo Taranto

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*Mariano Noto, artista (Monterosso Almo, 29 Aprile 1939 – Siracusa 6 Gennaio 2014).

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