venerdì 4 febbraio 2011

Le voci di Rabat

Sebastiano Mortellaro ha realizzato per il Museo Regionale d’Arte Contemporanea Palazzo Riso di Palermo l’opera: La possibilità negata. Frutto di una residenza a Rabat, capitale del Marocco, nell’estate del 2010, l’opera fa parte della mostra Resident, a cura di Giovanni Iovane, in corso al Museo Regionale Palazzo Riso fino all’1 maggio 2011. 

La nuova opera di Sebastiano Mortellaro, La possibilità negata, racchiude e sintetizza, già nel titolo, la tensione che si genera nel conflitto tra due opposti. Se l’impossibile è fuori dalla portata della realtà effettuale e perciò non può accadere, il possibile negato rappresenta invece già il manifestarsi di un cambiamento nonostante la forza contraria che non lo vuole.
La statica della geometrica installazione – in cui i singoli elementi insieme compongono i vertici esterni ed interni della stella presente nella bandiera del Marocco – è posta alla prova, è scossa da sussulti sonori: manifestazioni di protesta di cui l’artista ha registrato il sonoro durante la residenza a Rabat. Ad ogni slogan urlato dai manifestanti una vibrazione scuote e sfalda la montagna di semola di cuscus, posta sopra ciascun elemento costituito da una antenna parabolica satellitare, riducendola man mano ed evidenziandone i singoli granelli.
Un singolo individuo non fa la Storia, ma un progresso inizia sempre con la presa di coscienza del suo isolamento. Ciò lo porta ad imboccare una strada nuova passando per luoghi fino a quel momento mai percorsi e ad entrare in conflitto con l’autorità e la tradizione, non semplicemente esterna a sé, ma interiorizzata.
L’opera ha un suo tono emotivo, oltre ché visivo e narrativo, che concretizza le relazioni sociali intessute dall’artista, durante la residenza, con un certo numero di altri artisti del luogo, insieme all’osservazione del paesaggio fisico e sociale della città di Rabat e delle sue periferie. In Marocco, più precisamente a Rabat sede della residenza, Sebastiano Mortellaro ha potuto sperimentare l’arte come veicolo per ridefinire sé stesso e il mondo intorno, per gettare uno sguardo sul contesto sociale caratterizzato da una tensione tra l’ancoraggio alla tradizione e il desiderio di cambiamento avvertito soprattutto dalle nuove generazioni. In ciò mette a nudo nella sua opera luoghi comuni e stereotipi attraverso i quali le individualità vengono sospinte a far massa indistinta anziché popolo, raccogliendo l’insofferenza nelle voci di tanti artisti del luogo per lo stereotipo Occidentale di un Marocco ridotto a nient’altro che a fez e cuscus.
Dieci antenne paraboliche satellitari fissano i vertici interni ed esterni della stella presente nella bandiera del Marocco. Sono fissate su consistenti mattoni da edilizia di cemento. Qui si coglie il paesaggio nella sua fisicità, da cui l’artista ha ricevuto una forte impressione: un dispiegarsi su ogni casa o palazzo, indifferentemente delle periferie o del centro, dei quartieri ricchi o poveri, di una quantità di antenne paraboliche, per l’appunto. Un’infinità di “orecchie” tese, come avide di “comunicazione”. A fronte di coloro che hanno scelto di sfidare il mare su barconi di fortuna per raggiungere i paesi "ricchi", altri rivendicano fieramente l’andare oltre – restando; l’imprescindibile necessità di comunicazione nel doppio verso dell’input e dell’output. Perché basta un’antenna parabolica di qualche decina di euro per captare i “segnali” del mondo, basta una connessione internet per dare “segnali” al mondo.
Se la realtà è più reale in “presa diretta”, se gli avvenimenti acquistano consistenza semplicemente entrando nella sfera mediatica, se la funzione dei media è quella di amplificare i messaggi, le istanze e la voce dei soggetti, per spettacolarizzarli – ecco, l’opera d’arte, contraddicendo la cultura passiva mercantile e cercando di frantumare la logica dello spettacolo, si concretizza anche come fattore di relazioni sociali contaminanti, in bilico tra funzione e contemplazione, ci restituisce il mondo come esperienza da vivere. L’uso artistico del mondo, nel dare validità collettiva alla coscienza ampliata delle singolarità, fornisce l’impulso necessario a ridefinire nuove costellazioni soggettivanti, coscienti della propria diversità.
Ecco i dieci elementi di La possibilità negata, i dieci punti che segnano i vertici della stella marocchina, vibranti di voci, cuspidi rovesciate, corolle di fiori emergenti dal sommovimento!