Di fronte al pittore estinto, alle sue tele, disegni, sculture
Rimane un materiale cospicuo del pittore Mariano Noto*,
diverse tele, alcune datate altre no, sculture diverse, disegni, una raccolta
di bozzetti e progetti risalenti al periodo scolastico. Un materiale ricco e
articolato che attraversa diversi decenni, dai lontani anni Sessanta fino ai
Novanta. Ricostruire la figura e il valore del pittore Mariano Noto non è
facile, c’è qualcosa di irrisolto nel suo lavoro, si badi, non d’immaturo, e
c’è come uno schermo opaco che ci rende ancora più intrigante una possibile
indagine. Ma, infine, è sufficiente soffermarci sulla finezza del disegno,
l’uso del colore (penso a quei turchesi di vesti femminili), cogliendo solo gli
aspetti formali presenti nelle sue opere? L’opacità è determinata certo dalla
distanza tra chi adesso ne scrive e il pittore, che è una differenza, una
differenza-risorsa da cogliere e sfruttare per rendere più ricco il commento.
Perché il mio non può che essere un breve, forse utile (a Mariano Noto,
soprattutto, io spero) commentario.
Primo commento
Mariano Noto nasce a Monterosso Almo in provincia di Ragusa
il 29 Aprile del 1939. Vive gran tempo della sua vita di giovane e adulto alla
borgata di Siracusa a pochi passi dal sepolcro di Santa Lucia, in una modestissima
casa a pianterreno di via Fratelli Sollecito. Sono sicuro di averlo visto
solitario aggirarsi nella bella piazza, che è “ripresa” in una delle sue straordinarie
tele con applicazioni a collage. E’ originario dunque di un paese della montagna
iblea. I soggetti e i paesaggi del pittore richiamano l’origine di nascita
(maternale) quanto le origini magne (storiche) della città che adesso vive e
guarda con stupore. C’è un che di pensoso in certi suoi quadri (Il giovane che
legge al tempio d’Apollo – 1965), un modo di porsi di fronte alla realtà non
per calcolo, ma per declinarla nelle varie desinenze del sentimento poetico
attraverso l’atteggiamento del soggetto (la posa, molto classica, ma di un
classicismo scomparso-ricordato), attraverso la tenue luce e le vibrazioni
cromatiche: una sottile malinconia che ci fa venire in mente, come un richiamo,
Konstantinos Kavafis. In un altro quadro non datato una figurina femminile
seduta su un muretto è altrettanto pensosa, ma la scena è agreste.
Secondo commento
Chi è Mariano Noto? La persona è schiva, è umile, ma al
pittore non manca la coscienza del suo talento: la raffinatezza nel segno
grafico fa pensare a studi seri e attenti, alla passione per il disegno
coltivata fin dai tempi della scuola d’arte. Ci restano numerosi disegni,
bozzetti, progetti del periodo scolastico che denotano oltre che un talento non
comune per il disegno e le lumeggiature (schizzi a matita), una vivacità
inventiva e la ricerca di un segno grafico leggero e moderno (figurine). C’è
qualche tentativo di passare all’informale e all’astratto (Macchie nello spazio, Massime
impressioni).
La sua produzione si snoda, come s’è detto, lungo l’arco
almeno di quattro decenni: tanti i nudi femminili, com’è nella tradizione. Ve
ne sono alcuni in cui alla grazia e alla posa classica si sovrappone un che di
popolare (nelle pose, nei volti), diversi di particolare bellezza e intensità,
altri venati da sottile erotismo; alcune madonne con bambino dove in alcuni
casi l’azzardo risiede nella stranezza tutta zingaresca del volto della Madonna.
Terzo commento
Le pitture con applicazioni di figure a collage. Forse più
recenti, di sicuro belle. L’aggettivo risulterà asciutto, non ne trovo un
altro. Belle. Forse ci fanno capire di più di questo pittore, degli estenuanti
tentativi di collocare le figure nel paesaggio sia esso urbano che rurale, un
disagio questa volta risolto con sottile ironia: stranianti gallerie di figure
poste nei luoghi dal pittore frequentati, attraversati quasi da
sonnambulo. Mariano Noto si richiama
all’emozione prima suscitata dalla realtà. In questo senso è un pittore
realista. Traduce gli impulsi sensibili in rapporti pittorici. Il suo è un
realismo lirico. Non trasfigura la realtà, perché questo processo presuppone un
prima: vederla in maniera obiettiva. La intravede, invece, nella lontananza della luce dei suoi occhi.
Quarto commento
Di lui dice Giuseppe Di Giacomo dell’omonima fonderia
artistica in bronzo: “…poche volte ci è stato dato di vedere, come nel caso di
Mariano Noto, un lavoro tanto squisito e di sì pregevole sensibilità
artistica”. Invero l’artista si forma come scultore e a ben vedere si avverte
la scuola e la perizia consolidata di fronte ai suoi modellati. Sbaglia chi lo
sente come neoclassico (fanno gioco i modelli scolatici e l’humus greco del
terreno). Certe teste, policrome o dorate, parlano l’ibrida lingua derivante
dal dialetto e da una tarda romanità (alla periferia dell’Impero), sconfinante nella
devozione cristiana del popolo.
Quinto commento
Non so perché, ma credo che la madre del pittore sia stata
una figura importante.
Quinto commento
La produzione di Mariano Noto, almeno quel che abbiamo modo
di vedere, spazia dal 1965 al 1994 (un dipinto con applicazioni a collage è
datato 18 settembre 1994 h 24). Nel mondo questi quattro decenni segnano
nell’arte passaggi fin ora intentati:
Anni Sessanta. Fase caratterizzata da una profonda
trasformazione del gusto, del costume, della moda, dello stile di vita; sono
gli anni della Pop Art, dell’Arte Cinetica, della Minimal Art, dell’Arte
Povera, di Fluxus, degli Happening;
Anni Settanta. La sperimentazione caratterizza questo
decennio, politica e arte entrano in stretto rapporto, sono gli anni dell’Arte
Concettuale, della Process Art, della Body Art e della Land Art, dell’Iperrealismo;
Anni Ottanta. Si esaurisce la fede nelle ideologie, si
ritorna all’individuo. E’ il tempo del relativismo e del multiforme, ci si apre
in arte ai contributi di artisti provenienti da culture non occidentali. Sono
gli anni della Nuova Pittura, della Transavanguardia, del Neoespressionismo, di
Haring e di Basquiat, del Neoconcettuale e della Nuova Scultura;
Anni Novanta. Multiculturalismo e arte post-coloniale. Sono
gli anni dell’indagine di genere e sull’identità, di Post Human, dell’Arte
Relazionale e della Postmodernità.
Quest’ultimo commento per dire che il pittore Mariano Noto dei
fenomeni internazionali legati al mondo dell’arte non ebbe certamente piena
consapevolezza. Raramente si ha coscienza della contemporaneità ed è certo che
è più facile inquadrare ciò che succede a livello planetario o solo nazionale
ad post. Aldilà dell’isolamento
relazionale-culturale da cui è difficile uscire quando si nasce e si vive in un
certo contesto, Mariano Noto è pittore che
avverte i cambiamenti, i passaggi veloci del tempo che pur lasciano
tracce del passato cui prestare attenzione. Egli prende dalla realtà cose che
porta-trasferisce nel suo di mondo, grande o piccolo che sia, ma pur sempre un
mondo.
Aldo Taranto
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*Mariano Noto, artista (Monterosso Almo, 29 Aprile 1939 –
Siracusa 6 Gennaio 2014).